Domenica di Pentecoste (spunto dalla Veglia delle genti di ieri a Gornate Superiore - Decanato di Tradate)
Dall’Enciclica
LAUDATO SI’ (n. 80)
Ciononostante,
Dio, che vuole agire con noi e contare sulla nostra collaborazione, è anche in
grado di trarre qualcosa di buono dai mali che noi compiamo, perché «lo Spirito
Santo possiede un’inventiva infinita, propria della mente divina, che sa
provvedere a sciogliere i nodi delle vicende umane anche più complesse e
impenetrabili». In qualche modo, Egli ha voluto limitare sé stesso creando un
mondo bisognoso di sviluppo, dove molte cose che noi consideriamo mali,
pericoli o fonti di sofferenza, fanno parte in realtà dei dolori del parto,
che ci stimolano a collaborare con il Creatore. Egli è presente nel più intimo
di ogni cosa senza condizionare l’autonomia della sua creatura, e anche questo
dà luogo alla legittima autonomia delle realtà terrene. Questa presenza divina,
che assicura la permanenza e lo sviluppo di ogni essere, «è la continuazione
dell’azione creatrice». Lo Spirito di Dio ha riempito l’universo con le
potenzialità che permettono che dal grembo stesso delle cose possa sempre germogliare
qualcosa di nuovo: «La natura non è altro che la ragione di una certa arte, in
specie dell’arte divina, inscritta nelle cose, per cui le cose stesse si
muovono verso un determinato fine. Come se il maestro costruttore di navi
potesse concedere al legno di muoversi da sé per prendere la forma della nave».
Nessun commento:
Posta un commento